Che cos’è?
Il tampone cervicale è un esame microbiologico e molecolare che consente l’analisi delle secrezioni del collo dell’utero per identificare infezioni e alterazioni cervicali. Il ginecologo preleva un campione dalla cervice uterina con un bastoncino sterile, in pochi secondi e senza incisioni.
A cosa serve e quando farlo?
Il tampone cervicale è indicato per:
- rilevare infezioni batteriche e virali, spesso legate a malattie sessualmente trasmesse (Chlamydia trachomatis, Neisseria gonorrhoeae, Mycoplasma genitalium, Trichomonas vaginalis);
- eseguire l’HPV test, utile a identificare il papillomavirus umano e distinguere i ceppi ad alto, medio o basso rischio;
- monitoraggio post-trattamento, per verificare la completa guarigione dopo una terapia;
- individuare stati infiammatori del collo dell’utero;
- supporto diagnostico in presenza di perdite anomale, dolore o alterazioni citologiche;
- valutazione pre-procedura, prima di interventi ginecologici a rischio infettivo (es. prelievi ovocitari transvaginali ecoguidati).
Come si svolge?
Durante il tampone cervicale:
- il ginecologo introduce uno speculum per visualizzare il collo uterino;
- inserisce delicatamente il tampone sterile nel canale cervicale per pochi secondi;
- raccoglie il campione che verrà poi analizzato in laboratorio.
L’esame è rapido, indolore e non invasivo.
Norme di preparazione
Per garantire la correttezza del risultato, è importante seguire alcune norme di preparazione:
- evitare rapporti sessuali, uso di contraccettivi locali, lavande vaginali o bagni in vasca nelle 48 ore precedenti;
- non eseguire l’esame durante il ciclo mestruale;
- sospendere eventuali terapie antibiotiche o antimicotiche nei 5 giorni precedenti;
- astenersi dall’igiene intima la mattina stessa dell’esame.